venerdì 23 giugno 2023

Novella 17 - ARCHEO

 DALLA NOSTRA REDAZIONE  Giorno 218 anno 5.023

L’annuncio è di quelli che fanno scalpore. Una spedizione archeologica guidata dal prof. XXX ha scoperto, in una zona centrale dell’isola Italia, a sud del golfo delle Alpi, un antichissimo reperto di materiale cosiddetto cartaceo, con alcune iscrizioni di significato ancora da definire nei dettagli, ma relativamente comprensibile con l’uso della AI. L’eccezionalità del ritrovamento sta nel fatto che l’argomento e la forma dello scritto consentono di gettare nuova luce sulla civiltà da cui sono stati elaborati, modificando radicalmente varie teorie finora circolanti sul modo in cui gli uomini di oltre tremila anni fa pensavano e comunicavano.

Prof. XXX, può dirci qualcosa sulla vostra scoperta?

Innanzitutto, la scoperta è fondamentale perché di quell’epoca rimangono pochissime testimonianze, e quasi nessuna comprende testi scritti. Questo testo, invece, non solo è discretamente ampio e completo, ma sembra anche molto rappresentativo della civiltà da cui proviene, perché tocca vari argomenti di natura sociale e culturale, ed inoltre appare molto raffinato dal punto di vista letterario.

Dunque si tratta di un testo di rilevanza letteraria?

Certamente sì: l’autore doveva essere un uomo di elevata cultura, con ambizioni e consapevolezza delle proprie capacità compositive. Basti pensare all’uso raffinato della rima, ma non solo: la metrica appare impeccabile e sorprendentemente cadenzata, anche grazie all'uso di interessanti inserti fonetici; la scelta delle parole risponde alle esigenze di un componimento letterario formalmente ineccepibile e di alto profilo.

E quanto al contenuto? Si è potuto comprendere il significato delle frasi?

La lingua dell’isola italiana è una fra le più complesse di quel millennio, soprattutto a causa della scarsità dei ritrovamenti. Sembra che si trattasse di una lingua relativamente nobile, ma presto scomparsa a vantaggio di altre, portate da popolazioni dominanti. Tuttavia, l’utilizzo di algoritmi di recente introduzione ha consentito di restituire al testo tutta la sua forza espressiva e di spiegarne pressoché appieno il significato.

Di che si tratta?

Lo definirei un inno alla civiltà del tempo. Che doveva essere molto legata alla terra, alla coltivazione dei campi e all’allevamento degli animali. A noi moderni questi concetti risultano difficili da comprendere, ma all’epoca agricoltura e allevamento erano le prime e quasi uniche fonti per la produzione di cibo. Ecco qui, invece, il quadro descrittivo di un ambiente rurale, dove una sorta di capostipite è interamente dedicato alla cura degli animali. Sorprendente anche la varietà di bestie citate nel brano. Questo è l’aspetto ancora da comprendere, perché non conosciamo gli animali menzionati e non abbiamo riferimenti sufficienti per identificarli fra quelli, per lo più estinti, che dovevano popolare il pianeta in quel millennio.

Possiamo leggere con Lei il testo?

Certamente. Le fornisco il testo in lingua originale. Con la lettura basata sulla fonetica ricostruita dalla AI, si potranno apprezzare le colte e raffinate caratteristiche formali del componimento:

Nella vecchia fattoria, ia ia o

Quante bestie ha zio Tobia, ia ia o

C’era il gatto - miao

Ga ga gatto

C’era il cane - bau

Ca ca cane.

Nella vecchia fattoria, ia ia o

Grazie professore, complimenti per la scoperta e per la chiarezza delle Sue spiegazioni.