E' tardi ormai. Lo scrittore alza la testa dalle bozze del suo ultimo romanzo e fissa la luna al di là del vetro. Poi estrae un taccuino e annota:
In un villaggio della Siberia la luna improvvisamente cambia colore e diventa rosso sangue. La gente si affaccia alle finestre e scruta il cielo sgomenta. Sarà un annuncio di disgrazia? Le opinioni divergono, ma l'allarmismo ha la prevalenza. Si forma un lungo corteo e tutti gli abitanti in processione arrivano davanti alla chiesa. Le "cipolle" del tetto sembrano toccare l'astro, che intanto è diventato del colore delle barbabietole....
Dalla porta si affaccia sua moglie. "Un po' di caffè caldo?"
"Volentieri cara, ma solo se ce l'hai pronto, non stare a prepararne uno solo per me".
Lo scrittore volta pagina al taccuino e, senza preoccuparsi di finire la trama precedente, scrive:
Il caffè è amaro, ma quella volta lo era più del solito. Certo, perché gli era stato aggiunto un veleno potentissimo. L'assassino era di nuovo al lavoro e stavolta aveva usato un semplice caffè".
Ormai il romanzo sul tavolo è dimenticato. Non è proprio possibile pensarci, perché altre idee gli balenano in testa, e sarebbe un peccato lasciarle andare nel dimenticatoio.
In pochi minuti altri tre fogli del taccuino vengono riempiti di appunti buoni per essere riletti e amplificati in trame compiute.
Entra la moglie col caffè. "Che cosa scrivi tesoro? Fa' vedere" E dà un'occhiata agli scarabocchi sul taccuino.
"Che idee carine, fai bene ad appuntarle: valgono oro!"
"Ma mi distraggono un po', sai? Ad esempio adesso non ho più voglia di completare il romanzo. Ma l'ho già venduto... devo acchiappare al volo le nuove trame e..."
"Quello lo devi finire! Facciamo così: ogni sera mi dai il taccuino e io lo ricopio in bella forma, così non ti devi preoccupare delle idee nuove e intanto completi le bozze. ok?"
"Mah credo di sì, possiamo iniziare anche stasera se vuoi". E allunga il taccuino alla moglie, che lo maneggia con cura perché ha un valore difficile da calcolare, ma certamente cospicuo.
Però l'esperimento non va benissimo: verso mezzanotte lei è ancora lì al computer, si cava la vista a cercar di capire la disordinata calligrafia del marito. In cuor suo già si pente di aver promesso; ma poi pensa alla macchina da guerra che sta profilandosi, e questo pensiero la incoraggia a proseguire: suo marito è un genio della scrittura, le case editrici se lo contendono a suon di quattrini, e se lei gli darà una mano sarà una pacchia! Al momento, solo un lavoro di copia; ma dopo potrebbe scrivere anche lei, o no? In fondo, è laureata in lettere, e con la penna (quando si usava ancora) non se la cavava poi tanto male. Potrebbe scrivere lei la prima stesura, e poi il marito dare le pennellate finali, ma soprattutto mettere la firma in calce!
Sta ancora rimuginando quando la porta si spalanca. Lo scrittore è lì in pigiama, gli occhi socchiusi dal sonno. "Scusami, mi è venuta in mente un'altra idea..." "Ma certo amore mio, eccoti il taccuino!". E lui annota diligente:
C'è sciopero alla ditta xxx; per protesta gli operai decidono di fare una marcia dal paese fino a Roma per andare davanti al Ministero. Partono pieni di buone intenzioni, ma la strada è lunga e le intenzioni si perdono un po'. C'è da percorrere uno svincolo, è lunghissimo. "Perché non ci caliamo lungo il pilone?" propone uno. Detto fatto, si spenzolano dal guard-rail sotto lo sguardo di compatimento degli automobilisti, e iniziano una comica discesa del pilone. Più avanti incontrano una prostituta. C'è chi intavola una conversazione, chi fa battute sconce, chi tira fuori il borsellino ma non ha i soldi... Finalmente riprendono il cammino, ma fa caldo! (ecc. ecc.) Una storia tragicomica che deve simboleggiare la crisi ......".
La moglie gongola: anche questa trama è promettente! Finisce di copiare il taccuino sul computer, ma al momento di salvare fa un errore irreparabile e cancella tutto quanto. Le scappa un'imprecazione, al che il marito si affaccia di nuovo. "Non ti preoccupare tesoro, sono cose che capitano! No macché, ero sveglio: è che mi sono venute in mente altre due trame e stavo pensando..." prende il taccuino, ma le idee sono già svanite, non c'è più nulla da fare!
Allora prende il taccuino e se lo porta in camera. Lì sul comodino sarà più a portata di mano, e se verranno altri spunti sarà più facile segnarli.
Ma è troppo tardi per prendere sonno. Meglio alzarsi, anche se non è ancora l'alba. Una capatina in bagno, e mentre è lì seduto.... eccoti un'altra bella idea! Ma il taccuino dov'è? E' sul comodino, maledizione! E se torno di là lei si sveglia... Va bene, cerco di ricordarmi, scriverò poi. Però, carina anche questa:
Un tizio è seduto sul water, quando la moglie...."
Ma oggi non è giornata: suona il campanello. Chi sarà mai, a quest'ora? Può essere materia da romanzo, o almeno da novella? Andiamo a vedere chi è.
Intanto l'idea di prima, chi se la ricorda più? Eppure mi ero sforzato... Aveva forse a che fare col bagno? Con la prostata? macché dai...
Arriva anche la moglie: "Hanno suonato!" "Tesoro, perché credi che io sia qui? E' perché hanno suonato!" "Ma eri già in piedi, però... Non dovresti: domattina hai da lavorare, e devi riposarti!"
Finisce che alla porta non c'è proprio nessuno. Non che abbiano aperto, ci mancherebbe, a quell'ora; ma dallo spioncino non si inquadrava nessuno, e hanno concluso che qualche ragazzaccio, di ritorno dalla discoteca, ha fatto uno scherzo di cattivo gusto. E difatti la mattina sulla porta di casa c'è una bella pisciata, segno che il ragazzo deve aver bevuto anche tanta birra, prima di fare il suo scherzo.
Però quest'ultima considerazione non l'ha fatta il nostro Scrittore: poco dopo aver sbirciato nello spioncino e averne tratto le logiche conseguenze che si dicevano, improvvisamente si è accasciato a terra, vittima di un colpo secco. La pisciata la commentano senza riguardo i portantini che lo caricano sull'ambulanza e lo portano in ospedale.
All'ospedale il bravo Scrittore ci rimane parecchio: sono già più di due mesi, durante i quali si è tentato di tutto, compresa una fisioterapia da cavalli; ma niente, lui è rimasto completamente paralizzato. Tranne una palpebra, con la quale piano piano impara a comunicare i propri bisogni elementari: fame, sete, caldo, freddo, e così via. Ma nient'altro!
Nel suo cervello le trame di racconti continuano a baluginare una dopo l'altra, ma non c'è più modo di trascriverle. La moglie lo ha abbandonato, né si può biasimarla troppo. Le trame di racconti si profilano, prendono forma nella sua immaginazione, lo scaldano di un calore ingannevole e provvisorio, e poi svaniscono in quel nulla disperato che è la sua malattia.